“Non so che viso avesse, neppure come si chiamava, con che voce parlasse, con quale voce poi cantava …” . La musica e le parole de “La locomotiva” di Francesco Guccini mi tornano alla mente e al cuore come un riflesso condizionato ogni volta che il pennacchio di fumo o il caratteristico sbuffare di una macchina a vapore ne segnalano la presenza.
Nel testo di una ballata, inno politico di intere generazioni con il cuore a sinistra, la sintesi fra cronaca, storia e sentimenti rivoluzionari si intreccia con quella del progresso tecnologico di cui il treno è simbolo emblematico.
Se all’idea del treno è immediato associare il mito del viaggio dove il raggiungimento della meta viene solo dopo il fascino trasmesso dalla strada che si percorre per raggiungerla, il treno a vapore ti proietta nella dimensione più romantica e primordiale di questa atmosfera onirica: attraverso il susseguirsi pacato di paesaggi, permesso dalla dilatazione temporale cui la ridotta velocità del mezzo obbliga, si è quasi portati a vivere la materializzazione di tanta visione poetica.
In fondo non si è ancora sbiadito il ricordo di quando anche io viaggiavo sui duri sedili di legno di quelle vetture dotate di un numero infinito di porte. La domenica al lago era l’occasione per una gita familiare fuori porta, gita dalla quale tornavo sistematicamente con il viso annerito e i capelli pieni di fuliggine dopo aver tenuto la testa fuori dal finestrino in aperta sfida alle raccomandazioni e ai rimproveri di mia madre. Tanto avrei dovuto fare lo stesso il bagno una volta a casa. Ma era irresistibile la curiosità di osservare il “cavallo di ferro” degli indiani di Tex Willer snodarsi lungo le curve della linea ferroviaria con quelle folate di fumo ora bianco ora nero che conferivano al convoglio la potenza e la vitalità del “mostro che divorava la pianura” , immagine ritrovata qualche tempo dopo.
Fantasie di bambino, forse, con cui cercavo di vivere quelle analogie attinte dalla lettura dei fumetti di allora che nutrivano la mia immaginazione al pari del pane quotidiano.
Nuove tecnologie e nuove esigenze hanno giustamente decretato il superamento e l’abbandono del treno a vapore. Sarebbe impensabile proporre oggi un servizio pendolare con questo mezzo sia per la sua inadeguatezza sia per l’alto livello di inquinamento che genererebbe.
Ma rivivere sensazioni antiche è ancora possibile. Grazie all’impegno di centinaia di volontari sono nate associazioni senza fini di lucro come FBS - Ferrovie Basso Sebino (www.ferrovieturistiche.it) che, con l’intento di promuovere il recupero di tratte ferroviarie dismesse in seguito all’espansione della motorizzazione privata e alla miope politica dei cosiddetti “rami secchi”, organizzano viaggi con convogli storici di Ferrovie dello Stato - Trenitalia su linee di grande bellezza naturalistica.
Nasce così il “TrenoBlu” , iniziativa che vede l’utilizzo di materiale rotabile storico di vario tipo, fra cui vaporiere di diverse categorie, in esercizio festivo da maggio a novembre lungo l’affascinante vallata del fiume Oglio nel tratto emissario del Lago d’Iseo che va dalla stazione di Palazzolo sull’Oglio, diramazione della linea Bergamo – Brescia, a quella di Paratico – Sarnico, un tempo scalo terminale del trasporto merci lacustre delle Acciaierie Lovere.
L’iniziativa ha permesso inoltre la ristrutturazione e il recupero funzionale di tutti quegli edifici e delle aree ormai dismesse adiacenti alla sede di esercizio riportando così in vita strutture destinate ad essere abbandonate a se stesse.
Che dire poi della possibilità di combinare l’attraversamento di un suggestivo contesto paesaggistico fatto di boschi, di vegetazione lussureggiante e di vigneti di Franciacorta con un’escursione in battello sul lago per poi passeggiare lungo il perimetro insulare dell’affascinante Montisola, la più grande isola lacustre d’Europa?
Insomma, una valida alternativa alla gita in automobile per abbandonarsi invece ai piaceri di un viaggio in treno dal sapore antico, al dolce richiamo della natura, alla degustazione enogastronomica dei prodotti del territorio, alla pacatezza della navigazione avvolti dalla serena atmosfera del lago.
Grazie “TrenoBlu”.